8 marzo: cosa fa e cosa farà Produzione Lenta a favore della parità di genere | Produzione Lenta

08/03/23   Collezioni

8 marzo: cosa fa e cosa farà Produzione Lenta a favore della parità di genere


Una nuova linea in arrivo, in collaborazione con un’amica, per sostenere, non solo idealmente, la lotta alla discriminazione.

Oggi è l'8 marzo, la Giornata internazionale dei diritti delle donne.

Un tema importante per chi come noi lavora nel campo della moda. Il nostro settore è uno dei settori simbolo delle sfruttamento dei lavoratori, in modo esplicito nei paesi produttori, come il Bangladesh, in modo più strisciante qui da noi in Europa.
Le vittime principali continuano a essere sempre le donne.

L'evento simbolo di questa atrocità è il crollo del Rana Plaza, nel 2013, in cui morirono 1314 persone che lavoravano sotto sfruttamento nel settore tessile, in gran parte donne, molte ancora bambine, e altre migliaia rimasero ferite.

Potremmo parlare d’altro per l’8 marzo, usare quella retorica che tanto andava fino a pochi anni fa, e di cui ora ci si vergogna un po', raccontando di come le donne siano più brave, più belle e più pacifiste, ma sappiamo quanto non sia vero. Non dobbiamo dire nulla su cosa le donne abbiano in più degli uomini, perché le differenze sono solo ipocrite falsità create dalla cultura patriarcale, talmente instillata nella nostra società da farci prendere per "tradizione" o per "stato naturale delle cose" delle discriminazioni che solo oggi iniziamo a renderci conto di quanto siano aberranti, pur continuando a metterle in pratica, spesso neanche consciamente, nella vita quotidiana.

Noi come Produzione Lenta ci impegniamo al massimo per combattere lo sfruttamento delle persone, e di conseguenza in particolare delle donne, perché ancora, in tutto il mondo, non possono godere degli stessi diritti degli uomini.

Lo facciamo tramite gli strumenti a nostra disposizione, che sono principalmente due.

Il primo sono le nostre scelte commerciali.

Abbiamo scelto come fornitore principale un'azienda impegnata in prima linea sui nostri stessi valori, e il cui impegno è certificato dalla Fair Wear Foundation, organizzazione indipendente e senza scopo di lucro che collabora con brand, fabbriche, sindacati, ONG e governi per garantire condizioni lavorative migliori ai lavoratori nel settore dell'abbigliamento in tutto il mondo.

Questo è un estratto del codice etico su cui si basa il rapporto con i piccoli produttori locali in Bangladesh, basato sulle otto convenzioni fondamentali dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) e in linea con il Codice delle Pratiche di Lavoro (CoLP) della Fair Wear Foundation:

“Il nostro Codice di condotta è composto da sette pilastri:

  • Divieto del lavoro minorile
  • Nessuna discriminazione
  • Divieto del lavoro forzato e obbligatorio e di misure disciplinari
  • Libertà sindacale
  • Orario lavorativo
  • Retribuzione
  • Salute e sicurezza sul posto di lavoro.

Oltre a questi principi, i nostri fornitori devono impegnarsi a rispettare ulteriori standard sociali, ambientali e di sicurezza".

 

Questa è la prima parte della nostra filiera, quella che "arriva da lontano". La seconda parte è invece qui in Italia, principalmente in provincia di Cuneo per le lavorazioni, più sparsa per le collaborazioni artistiche. I criteri che applichiamo sono gli stessi, e tra i nostri collaboratori non esistono differenze o discriminazioni.

Anteprima di una delle magliette della prossima collezione

Ella Marciello, creativa e attivista femminista

Fino a qui abbiamo parlato del primo strumento, quello delle scelte commerciali. Il secondo è invece ciò che scegliamo di comunicare.

Dalla nostra nascita, nel 2016, abbiamo cercato con le nostre linee di abbigliamento di comunicare i nostri valori, concentrandoci particolarmente sulla sostenibilità ambientale.

Quest'anno abbiamo deciso (finalmente) di parlare di un altro tema che ci sta a cuore, la sostenibilità sociale e, nello specifico, di cosa facciamo per combattere la discriminazione di genere.
Ci eravamo già avvicinati al tema con la nostra campagna del giugno 2021, quando nel mese del Pride, e in coincidenza con il lancio della nostra linea dedicata, iniziammo a smettere di indicare gli abiti come "da uomo" o "da donna", per limitarci a dare un'indicazione sul tipo di fisicità cui è ispirato il modello.

Quest'anno abbiamo deciso di rendere ancora più esplicito e forte il nostro pensiero, e così come fatto nel 2021 abbiamo deciso di farlo collaborando con la nostra amica Ella Marciello, il nostro punto di riferimento sul tema della parità di genere, creativa e attivista femminista.

Ne è nata una collezione che "grida forte" i nostri valori, in modo deciso ma simpatico, e che ci consentirà, attraverso le vendite, di sostenere un'importante rete contro la violenza sulle donne in Italia.

La lanceremo la settimana prossima, assieme a vecchiə e nuovə amicə che ci sostengono in questa iniziativa.