Abbi cura di splendere - Il nostro ricordo di Erica Barbetta | Produzione Lenta

Erica Barbetta 1994 - 2021

Grazie, Erica. 

A inizio 2018, ho cominciato a pensare alla possibilità di aggiungere piccole etichette cucite sui nostri capi, invece del logo stampato internamente. 

Una piccola innovazione che avrebbe migliorato l'immagine del marchio, ma che rappresentava un problema logistico: uno step aggiuntivo all'ultima fase della nostra filiera, che veniva gestita in parte nell'azienda serigrafica a Caramagna e parte al ricamificio di Saluzzo.

 

"Un Sogno su Misura" e "Produzione Lenta" 

A Febbraio, la mia ragazza, Alessandra, mi ha detto che a Moretta stava per aprire una sartoria di proprietà di una sarta giovanissima a cui aveva fatto da babysitter quando era piccola.

Siamo andati all'inaugurazione del bellissimo atelier. "Un Sogno Su Misura", un nome che corrispondeva all'attenzione per i dettagli che traspariva da tutto, dove una ragazza di soli 23 anni, ma già così ricca di conoscienze e esperienza, ha riversato tutti i suoi sogni.

Sinceramente non pensavo che avrebbe accettato la mia proposta di portarle ogni settimana uno scatolone di maglie, a cui cucire delle etichette. Lei accettò invece con entusiasmo

 

Chi è Erica

Ad aprile iniziammo con le prime etichette, e in pochissimo tempo imparai a conoscere la stupenda persona che era Erica. Divenne subito importante nella rete di "Produzione Lenta".

Poteva sembrare che lei cucisse "solo" le etichette, ma in realtà è diventata una confidente e una mia cara amica. Abbiamo cominciato a lavorare a molti progetti insieme. In futuro avremmo voluto sviluppare una linea di abbigliamento con modelli disegnati da lei, che, nel frattempo ha continuato a studiare e da sarta è diventata una fashion designer.

Nel 2019, il Comitato dei Commercianti e Artigiani è stato ristabilito dall'iniziativa di giovani imprenditori tra cui lei, e mi spinse ad entrare nel direttivo, al quale lei aveva già aderito con entusiasmo.

La nostra collaborazione nel Comitato mi ha fatto scopritre molti altri aspetti di lei. Era una persona dalle mille sfaccettature, come solo coloro con un'intelligenza molto profonda e grande entusiamo possono avere. La sua energia era inesauribile. Era anche una persona molto divertente. Aveva grande stile e una naturale eleganza, ma era anche una che non esitava a dire la sua quando qualcosa non le andava a genio. Aveva grande franchezza.

 

Una terribile notizia 

L'11 Dicembre 2019, l'ho chiamata diverse volte per chiederle se gli ultimi capi che le avevo lasciato erano pronti, e non mi rispose. Non era mai successo prima. La sera mi scrisse che era stata a fare delle analisi e che ci saremmo potuti incontrare il giorno dopo.

Mi sono presentato per prelevare le mie solite scatole, e lei, senza perdere il suo sorriso nemmeno un secondo, mi ha dato la terribile notizia. Dopo un accertamento a causa di piccoli malesseri, le è stato diagnosticato un tumore. Ho raccolto le mie scatole e le portai al ricamifico a Saluzzo, a qualche chilometro da Moretta. Durante il tragitto ho dovuto accostare diverse volte, perchè mi sentivo sopraffatto.

Erica mi ha chiesto di mantenere la cosa confidenziale, perchè alcuni dei membri della sua famiglia non erano stati ancora informati. La ricamatrice, onomina di Erica, ha immediatamente capito che qualcosa non andava, e non le ho potuto dirle niente oltre al fatto che ero molto preoccupato per la salute di una amica.

Durante le vacanze di natale, io e la mia compagna eravamo ospiti di amici a Venezia. Durante una passeggiata per la città, ci fermammo davanti al teatro La Fenice. I miei pensieri andarono a Erica, ero sicuro che come quel teatro, per metà distrutto da un incendio anni fa e adesso tornato al suo splendore, anche lei avrebbe attraversato le fiamme per rinascere.

 

La Cellula di Eri

Ho tirato fuori il mio telefono per fare una foto al teatro e ho trovato dei messaggi fantastici da Erica. Sapendo che sono appassionato di comunicazione, lei voleva una mia opinione su un'idea. Come al suo solito, non stava pensando a se stessa, ma agli altri. Pensava a coloro che erano nella sua stessa condizione, ma senza un network di persone che li amassero, come aveva lei. Voleva fare sapere a tutti che lei continuava a sorridere e raccontare la sua esperienza per essere vicina a coloro che stavano vivendo da soli la sua stessa condizione.

Ha aperto un nuovo profilo Instagram, "La Cellula di Eri" per raccontare la sua malattia, sempre con un sorriso. Una scelta che alcune persone hanno ritenuto sbagliata, ma supportata da tutti coloro che l'hanno capita.

 

La voglia di fare di Erica e la lotta contro la malattia.

Poco dopo Erica iniziò le terapie, che non hanno avuto successo al primo tentativo. Il 10 Marzo, ha dovuto ricorrere alla chirurgia. Per lei è stato durissimo, perchè l'operazione le ha tolto la possibilità di diventare madre un giorno. Ma riusciù a trovare la forza anche da questo, e divenne presto un supporto per tante donne che per diverse ragioni si sono trovate nella stessa condizione.

Questo grande sacrificio sembrava aver risolto la situazione, ma in Giugno, come un fulmine a ciel sereno, Erica annunciò di avere la recidiva, nella forma di poccoli puntini sparsi per il suo corpo.

Cominciò un nuovo ciclo di terapie che la privarono nuovamente dei suoi bellissimi capelli, e che questa volta erano più forti dei precedenti. Ma non ha mai mollato un secondo. Ogni settimana ci accordavamo su quale avrebbe cucito le etichette e abbiamo cominciato a ruotare il ritmo di lavoro in base alla sua disponibilità, sembre subordinata alla sua attività sartoriale, che continuava con grande entusiasmo.

Forse avremmo potuto assegnare questo lavoro di etichettatura ad altri, ma per noi era importante che lo facesse lei, perchè era una vera artigiana che rappresentava pienamente i nostri valori.

In autunno è stato scoperto che anche queste terapie non stavano portando i risultati desiderati, ma lei parlò di quanto fosse grata allo staff dell'ospedale, per l'affetto e la dedizione che davano ai pazienti. In quelle settimane la mole di lavoro cominciò a crescere. La solita scatola settimanale di capi da etichettare si moltiplicò per una dozzina, perchè presto avremmo aperto il negozio "Produzione Lenta" a Green Pea. Ci mise di meno lei a cucire ogni singolo pezzo, che noi a inscatolarlo e i suoi amati genitori facevano da spola tra casa nostra e la sartoria per consegnare le scatole.

Nello stesso periodo, ci parlò con entusiasmo di questa nuova terapia e che le era stata data la possibilità di farla a Roma, e quindi cominciarono gli avanti e indietro verso la capitale.

L'apertura del negozio sarebbe stata il 9 Dicembre 2020, che coincideva con la chiusura della "zona rossa" per via del Covid e lei sarebbe dovuta essere a Roma quel giorno. Non appena ce lo disse, abbiamo organizzato una mini inaugurazione veloce e in sicurezza, con i più stretti collaboratori. Da quando abbiamo iniziato a parlare dell'apertura un anno fa, ho sempre immaginato lei tagliare il nastro. All'inizio lei non voleva farlo, ho dovuto insistere tanto. Diceva che il suo ruolo era troppo marginale, ma le ho detto che il suo lavoro era il più simbolico, la magia che trasformava una t-shirt in un capo "Produzione Lenta". Era molto pragmatica, quindi ho dovuto aggiungere che dato che la sarta era lei, era suo compito gestire il nastro.

La terapia a Roma sembrava essere risolutiva, eravamo pieni di ottimismo. Nel frattempo, i primi segni di stanchezza iniziavano a vedersi nel suo viso sempre più magro. Il suo sorriso vacillava ogni tanto, ma mai per rabbia. Era solo stanchezza, non vedeva l'ora di guarire. 

Qualche settimana fa, ricevemmo la notizia che anche questa volta il cancro non era guarito. Aveva bisogno di riposare, ma non voleva fermarsi. Il suo piano era di spostare la sartoria in casa sua, per alternare lavoro e riposo.

Qualche giorno dopo ci disse che doveva stare a riposo assoluto, quindi solo per un po', ha dovuto lasciare le nostre etichette. Prima ha voluto insegnarci come cucire le etichette sulle t-shirt, le patch sui cappellini, come prendere le misure per la posizione delle cuciture sulle felpe e tanti dettagli del piccolo compito che svolgeva per noi. Ci lasciò un rocchetto di filo e le ho chiesto di inserirlo nella fattura per gli ultimi lavori. Mi disse invece che avrebbe preferito che le offrissi un gelato alla prima occasione possibile.

La scorsa settimana ho donato il sangue, una mia abitudine da molti anni, ma che ha acquisito un significato speciale quando ho scoperto che Erica riceveva trasfusioni frequenti, e che il mio sangue era dello stesso gruppo del suo. La possibilità, a dire il vero remota, che lei avrebbe potuto ricevere parte della mia donazione ha reso questo gesto banale particolarmente emozionante negli scorsi mesi.

Come sempre, da quando abbiamo scoperto questa curiosità, le scrivevo la solita battuta che ci scambiavamo, chiedendole se volesse che magiassi qualcosa di particolare per colazione il mattino in cui avrebbero prelevato il mio sangue "per lei". Per la prima volta, mi rispose con un messaggio leggermente sgrammaticato. 

Abbiamo continuato a scriverci, avevo visto dei bellissimi tessuti che volevo mostrarle, e mi disse che sicuramente avremmo potuto parlarne a breve. Venerdì le ho chiesto una sua opinione per un progetto, ma non mi ha più risposto.

 

Ricordando Erica

Ci sono molti progetti che rimangono, continueremo a portarli avanti perchè lei è sempre con noi. Come quando ha cucito un vestito da sposa e ci ha chiesto di aspettare qualche giorno prima di portare le scatole, la immagineremo sempre lì a cucire, aspettando il momento di raggiungerla

L’ondata di amore che si è vista nei giorni del funerale ha ben rappresentato quello che lei era per tutti. A noi raccontava parte dei suoi sogni, ma chissà quanti altri ne aveva. Avrebbe avuto di certo la capacità e la forza di realizzarli tutti, perchè ogni giorno lei si cuciva la sua vita su misura.

Uno dei ricordi più belli che io e Alessandra abbiamo di lei risale a un sabato pomeriggio. Avevamo tantissime felpe da etichettare velocemente e abbiamo deciso di farle tutte in un giorno, in modo che potessi essere lì per inscatolarle appena cucite. Abbiamo chiaccherato continuamente durante il giorno, facendo un pò di gossip come amavamo fare insieme, ma anche condividendo i nostri sogni più sperticati sull'evoluzione delle nostre attività. A fine giornata andammo assieme a prendere un gelato, come le piaceva tanto fare.

L'abbiamo fatto anche ieri, dopo il funerale, un gesto che ha portato un piccolo sorriso a tutti quelli che l'amavano, così come faceva lei.

Michele Donalisio - Produzione Lenta